da il Corriere Ortofrutticolo

Secondo le stime di AGRIPAT, Agricoltori Pataticoltori, “l’annata si sta concludendo con una produzione intorno alle 110.000 tonnellate e con una superficie investita a patate che, attestandosi a 2.284 ettari, evidenzia un
calo del 6% rispetto all’anno precedente e quindi una prosecuzione del trend negativo innescatosi ormai da alcuni anni sul totale delle superfici coltivate”.
La Borsa paritetica ha fissato a 0,32 euro/kg il prezzo di riferimento alla produzione delle patate conferite nel contratto quadro regionale dell’Emilia Romagna, in aumento rispetto alla scorsa campagna. Questo incremento, dal punto di vista di agricoltori e confezionatori ha peraltro finito con l’essere assorbito dall’aumento generalizzato dei costi di produzione. Va evidenziato anche un calo dei consumi, che è stato stimato intorno al 6%
e dal quale paiono essere rimasti indenni i prodotti “Premium”, le
cui vendite sono aumentate, in netta controtendenza, tra il 4 ed il 5%.
Nella seconda parte di maggio è cominciata la campagna di raccolta delle patate novelle al Sud, con una forte riduzione delle superfici investite a patate in alcuni areali come campani e pugliesi, probabilmente causata dalla scarsa remunerazione ottenuta dai produttori lo scorso anno.
Diversa è la situazione in Sicilia, dove le superfici coltivate sono rimaste stabili, seppure con un inizio raccolta che ha subito un ritardo di oltre un mese, a causa sia delle alluvioni avvenute nel mese di ottobre, che hanno comportato un ritardo delle semine, che dalle straordinariamente basse temperature notturne registrate nei mesi di gennaio e febbraio. Ad oggi l’andamento favorevole del clima ha permesso direcuperare parte di questo ritardo.

Le remunerazioni ai produttori sono buone e, sulla base dei primi rilevamenti, evidenziano un incremento del 18% rispetto allo scorso anno. Nelle prossime settimane, con un clima favorevole, si prevede una maggiore disponibilità di prodotto raccolto e quindi un riequilibrio tra domanda e offerta.

Per quanto riguarda l’Emilia Romagna, si rileva una riduzione delle superfici del 3%, più accentuata negli areali bolognesi dove il calo è
stato dell’11%. Questo decremento è spiegabile alla luce di due
principali tematiche, che si sono aggiunte all’aumento generalizzato dei costi di produzione: le problematiche fitosanitarie (come gli elateridi) e l’andamento dei prezzi del mercato cerealicolo, che ha portato parte dei produttori a privilegiare questo genere di colture.
Già dalla campagna 2022/2023 il prodotto raccolto e commercializzato nel contratto quadroregionale dovrà essere certificato “Global Gap”e “Grasp”.

Agripat ha da poco completato un sistema di tracciabilità delle patate
attraverso gli isotopi. Il sistema consente di ottenere, con valenza scientifica, l’identificazione geografica dell’areale di produzione attraverso il profilo isotopico delle patate. Questo strumento di garanzia, una volta
applicato, darà un valore aggiunto alle produzioni.

Dispiace invece dover constatare, sottolinea l’associazione, che si è ancora in attesa di risposte dal MIPAAF in merito all’autorizzazione per l’utilizzo, nella fase di conservazione, dell’olio di girasole. Questo prodotto naturale è un ottimo corroborante che riduce la respirazione del tubero in fase di frigoconservazione e ne migliora la conservabilità: “Senza questo corroborante siamo destinati ad un’inevitabile perdita di competitività, in quanto le problematiche di conservabilità finirebbero col costringere i produttori ad assumere comportamenti commercialmente svantaggiosi”.
(e.z.)

Agripat 2022