
Il 9 settembre la Regione Emilia Romagna ha approvato il progetto PATATA di ricerca triennale SRG01, presentato da Agripat – Organizzazione Produttori Patate, nell’ambito dei Progetti di Sviluppo Rurale 2023-2027. –2027).
Nell’ambito di ‘Sostegno ai Gruppi Operativi PEI AGRI’ viene finanziato un progetto interdisciplinare che coinvolge attivamente 10 aziende agricole e produttrici di patate ad esso affiliate, oltre ad Agripat: il Consorzio di bonifica di secondo grado per il Canale Emiliano Romagnolo CER ; il Consorzio Patata Italiana di Qualità scarl (Selenella); il CSO – Centro Servizi Ortofrutticoli soc.coop; Dinamica scarl; Horta srl; Romagnoli F.lli SPA; Università degli studi di Ferrara.
Il progetto PATATA è una risposta alle reali esigenze degli agricoltori, che, nonostante i precedenti sforzi di ricerca e innovazione del capofila Agripat – vale a dire il progetto SPADE finanziato nell’ambito del PSR 2014–2022 Mis. 16.1.01 FA 4B – ora chiedono una ‘messa a terra’ dei risultati (trasferimento), in particolare un’analisi approfondita delle tecniche irrigue. Il progetto SPADE recentemente concluso ha rivelato forti connessioni con il problema degli elateridi (Elateridae), che, secondo i dati Istat, ha minato la redditività delle aziende di patate nella Regione Emilia Romagna, e in particolare nella provincia di Bologna, negli ultimi dieci anni.
“Per evitare di dover abbandonare la coltura come ultima spiaggia a causa dei danni causati dagli elateridi, l’irrigazione è diventata un’attività cruciale anche per la coltivazione delle patate. Per raggiungere questo obiettivo, è importante applicare studi di ricerca per rendere più efficienti i metodi di distribuzione dell’acqua. Tuttavia, è fondamentale continuare a sottolineare che la lotta contro gli elateridi è unica per tutta l’agricoltura perché questi insetti del suolo hanno un impatto anche su tutte le colture che vengono ruotate sullo stesso appezzamento di terreno”, secondo un recente comunicato stampa.
È importante sottolineare che nel titolo del progetto è citato il termine “aggregazione” perché è l’intera filiera regionale della patata, rappresentata dal “sistema Bologna”, con capofila L’Organizzazione Produttori Agripat, a unirsi per ricercare soluzioni volte a sostenere e accrescere l’interesse degli agricoltori regionali per la coltivazione della patata.
Oltre alla rappresentanza della produzione, attraverso il capofila, è previsto il coinvolgimento attivo delle aziende agricole di produzione primaria, per lo più operanti in aree a più alto grado di ruralità, degli enti di ricerca, dei fornitori di Supporto alle Decisioni (DSS) digitali, dei magazzini che raccolgono, conservano e confezionano le patate.
Partecipano con pieno interesse il Consorzio Patata Italiana di Qualità, che gestisce e certifica il marchio di patate più noto a livello nazionale, e il CSO Italy, che da anni supporta la promozione e la tutela delle produzioni ortofrutticole anche a livello internazionale. Fondamentale, inoltre, l’attività di trasferimento dei risultati, sia sotto forma di divulgazione, sia come consulenza e formazione.
L’aspetto specifico, proposto da questo progetto pluriennale, è finalizzato a studiare la correlazione tra la modalità di distribuzione dell’acqua al suolo, attraverso i metodi utilizzati per l’irrigazione, e lo sviluppo biologico degli elateridi.
Le conseguenze economiche e sociali che determinano il calo degli investimenti nella coltivazione della patata, motivato dall’impossibilità di contrastare efficacemente la proliferazione degli elateridi nel terreno, sono molto elevate. Il Progetto si propone di invertire questo scenario, utilizzando i prodotti fitosanitari che la Regione Emilia Romagna prevede nei disciplinari di produzione integrata, prestando attenzione anche ai prodotti di nuova introduzione, utilizzando l’irrigazione in modo più efficiente seguendo quanto previsto dai noti sistemi di previsione e monitoraggio digitale.
L’uso corretto delle fonti idriche per scopi irrigui è il principio chiave del progetto, parallelamente alla valutazione a spettro completo della presenza di danni ai tuberi causati dalle larve di Agriotes. L’obiettivo è ricercare la correlazione tra il livello di umidità del terreno, che regola i vari metodi di irrigazione, e la presenza di elateridi, causa principale del rigetto dei tuberi al momento della raccolta.
Inoltre, in molte aree produttive regionali si riscontrano livelli di sostanza organica ben al di sotto dei valori ottimali, con conseguenze negative sulle caratteristiche chimico-fisiche e sulla biodiversità microbica del suolo, che vanno tutelate e migliorate.